Il teatro, oggetto creativo privilegiato, rispetto ad altre forme artistiche letterarie anch'esse passibili di servizi di traduzione, propone allo spettatore un'arte polisemica in cui, in seno ad una singola parola, coesistono significati diversi e dove il rapporto tra attore e audience si instaura sempre in maniera diretta, spontanea e immediata. Assumendo il ruolo principale nel processo teatrale, l’attore drammaturgico si esprime tramite il suo corpo e le sue parole, muovendosi su due distinti e sensibili assi di comunicazione che il traduttore di testi drammaturgici o di commedie deve tenere sempre in conto: quello dell’attore verso il pubblico e quello del personaggio verso il personaggio. La voce dell'attore e i suoi gesti vibranti esplicitano le informazioni relative ai dialoghi, ai rapporti tra i protagonisti e le comparse e all’intreccio narrativo teatrale.
La traduzione della parola teatrale è la traduzione di qualcosa di comunicabile ad alta voce, di recitabile, come un gesto creativo che si compie con tono dogmatico tramite infiniti atti interpretativi, sempre rappresentati dal vivo. A teatro, ogni messaggio deve essere considerato in stretta relazione con lo spazio scenico circostante, mentre tramite l’utilizzo del linguaggio deittico sono utilizzate espressioni che fanno riferimento alla situazione spazio-temporale, affinché la funzione di world-creating dell’opera possa consentire al linguaggio di svolgere un ruolo attivo sulla percezione di ogni singolo spettatore/lettore.
Le indicazioni utili per mettere in scena e eseguire la traduzione di un testo teatrale non sono direttamente presenti nel dialogo drammatico, ma si ottengono da altri segni, come i silenzi del linguaggio; oppure sono messe tra parentesi dall’autore medesimo, per designare il percorso da seguire nella costruzione dello spazio e tempo scenico, dei personaggi e delle loro azioni. Nell'Agenzia Traduzione-IN ci siamo chiesti come poter restituire intatta la complessità linguistica legata a questa antica forma letteraria. La nostra risposta si è concretizzata nell’impegno di poter erogare una traduzione della scrittura scenica che non sia solo passaggio da un patrimonio linguistico all’altro ma, soprattutto la ricollocazione integrale della sua oralità, affinché registi, scenografi, attori possano restituire il testo teatrale espresso in un’altra lingua in cui la storicizzazione dimori inalterata.
Nella performance teatrale i mezzi linguistici hanno una funzione di costituire l’azione recitata dagli attori. Nel linguaggio teatrale tradotto in dialogo drammatico, il fattore chiave degli atti linguistici coincide con la seguibilità e la ripetibilità degli eventi narrati. Cosi’ facendo, il dialogo dell’opera teatrale di genere drammatico mette in scena un sistema linguistico fondato sulla regola ‘del parlare rigorosamente al proprio turno’. In tale contesto mirabilmente orchestrato dall’autore, ogni attore attende che gli interlocutori presenti abbiano terminato il loro intervento prima di procedere sistematicamente con il proprio. Il traduttore teatrale, infatti, opera in un ambito in cui la trasposizione scenica del testo è già stata interamente cifrata e codificata. Situazione che peraltro rivive, in maniera forse meno celebrata, anche il traduttore audiovisivo esperto in traduzioni di fiction, mezzi di intrattenimento che proponendosi come una fedele riproduzione della realtà quotidiana, nella loro struttura dei dialoghi, tradiscono una ineffabile matrice `teatrale".
Qualora il traduttore di drammaturgia produca traduzioni solo per un editore, maggior attenzione è assegnata alla filologia del testo originale. In tale circostanza, la traduzione teatrale è assimilata alla traduzione letteraria, in cui pero’ il dialogo assume una funzione predominante rispetto alla narrazione.
Se al traduttore viene commissionata una traduzione da parte di un regista, o direttamente da un organismo teatrale, il suo operato assume i requisiti idonei ad un testo rappresentato sul palcoscenico; in tal caso, infatti, i criteri di performabilità assumono un valore assoluto grazie alla validità della corrispondente traduzione. Solo la rappresentazione scenica puo’ convalidare il valore raggiunto dalla traduzione. Si giunge cosi’ ad una lettura basata sulla dicotomia tra performabilità e leggibilità, tra oralità e scrittura della traduzione teatrale propriamente definita: il concetto di performabilità, ossia di servizio di traduzione votato alla rappresentazione scenica ed quello di leggibilità o di cura della traduzione prevalentemente diretta al testo scritto. Nell’esercizio della traduzione letteraria e nella fattispecie, della traduzione teatrale, il traduttore professionale si ritrova comunque ad affrontare il seguente dilemma: assimilare il testo nella cultura della lingua cui è indirizzata la traduzione (traduzione di tipo comunicativo naturalizzante)? Oppure attenersi ad una traduzione spiccatamente conservativa (traduzione di tipo semantico estraniante), ovvero con lo scopo di conformarsi rispettosamente al testo di partenza e alla cultura che lo ha generato? Il secondo approccio potrebbe generare un testo non completamente intelleggibile dai destinatari globali dell’opera.
La traduzione teatrale "accettabile" tende a nascondere la propria natura di contenuto letterario tradotto in quanto la ricreazione ha luogo secondo i precetti della cultura che riceve l’opera traduttiva e la divulga. In alcuni casi anche se il grado di accettabilità viene mantenuto elevato, il tenore del testo tradotto denuncia chiaramente la propria identità di metatesto, contrassegnando il proprio naturale “asservimento” rispetto al prototesto originale. Alcune opere letterarie sono più idonee alla “traduzione-senza-traduzione”, mentre altre ad una traduzione con assimilazione. Da ciò emerge la necessità per il traduttore letterario-teatrale d'individuare una serie di priorità in cui isolare quei valori nel testo di partenza che devono essere salvaguardati affinché il testo in corso di traduzione possa dimostrarsi adeguato a quello di originale. Il traduttore di agenzia Traduzione-IN ha pertanto il compito di individuare man mano, le varianti del testo che sta producendo. Tale la scala di valori da trasferire è inevitabilmente sottoposta alla soggettività del traduttore professionale, che, per quanto aspiri ad asservirsi al testo, non può annullare il suo gusto personale. Al traduttore attento e perspicace spetterà quindi di decidere se “simpatizzare” per una restaurazione dei fattori presenti nel testo, permutandoli in altrettante speculari corrispondenze proprie della cultura ricevente.