La traduzione di un libro è sempre un’”impresa” densa di imprevisti, sia per il traduttore, che si trova a fare da tramite tra il pensiero e le esperienze altrui, sia per l’autore, che affida in mani “estranee” la sua creazione e il suo ingegno.
Cogliere la voce dello scrittore è un gesto linguistico e intellettuale che richiede un’adeguata preparazione. Ma, anche un ingegnoso gioco delle parti. L’autore è lì per dialogare con il traduttore, che ne riceve gli input e li fa diventare, per il tempo necessario, suoi pensieri, suoi sentimenti, ma anche e soprattutto, nuovi oggetti comunicativi della sua lingua.